La Risonanza Magnetica, definita anche ed in modo più appropriato Imaging a Risonanza Magnetica (MRI), è una tecnica diagnostica che consente la generazione di immagini di organi interni mediante l’impiego di un campo magnetico; per tale motivo si parla anche di Tomografia a Risonanza Magnetica. Il termine nucleare fa riferimento ai nuclei degli atomi -responsabili del segnale di densità- e non ha nulla a che vedere con la radioattività: per tale motivo viene frequentemente omesso.

La metodica non impiega, pertanto, raggi X o altre radiazioni ionizzanti e viene generalmente considerata entro ampi limiti sicura e non dannosa nei confronti del paziente.

A differenza di altre metodiche, la RM consente una certa discriminazione della composizione biochimica dei tessuti, anche di quelli che presentano caratteristiche di densità similari. Utilizzando particolari accorgimenti, è possibile infatti enfatizzare o sopprimere secondo necessità l’acqua o i grassi contenuti nei tessuti, ottenendo immagini di particolare contrasto utili nella diagnosi di molte malattie.

La sensibilità dell’esame può essere aumentata mediante l’utilizzo di particolari sostanze (mezzo di contrasto).

Dato l’impiego di un campo magnetico elevato, la risonanza magnetica presenta controindicazioni relative ed assolute all’esecuzione: in caso di dubbio chiedete sempre al medico ed al personale RM per ulteriori chiarimenti e per valutare l’idoneità all’esecuzione.