Medicina e social media: gli strumenti

Medicina e social media

Molti sono gli strumenti a disposizione per creazione e gestione della propria e-reputation: prima di tutto, però occorre porsi alcune domande per chiarire quale siano i nostri obiettivi.

Qual è il nostro “ruolo” online? Che cosa vogliamo raccontare e significare al nostro pubblico? Abbiamo chiare le caratteristiche del nostro target? E, soprattutto, sappiamo come mostrarci al nostro pubblico?

Occorre scegliere uno o più campi di interesse, dando un taglio ed una impronta specifica a quello che diciamo e, di conseguenza, a come abbiamo deciso di presentarci; possiamo anche decidere di reinventarci un po’, curando al meglio la nostra immagine online e mostrando solo ciò che di noi è più interessante ed aderente agli argomenti di interesse. Non ci si improvvisa esperti di qualcosa senza esserlo, comunque; la rete non perdona ed il gioco durerebbe poco.

Il profilo social

Il primo strumento necessario è, sicuramente, quello che ci consente di aprire un profilo.

Tutti ormai conoscono Facebook (FB), con i suoi pregi, i suoi difetti e le sue problematiche di privacy, quest’ultime dipendenti, spesso, da una cattiva gestione. FB non è certamente il luogo ideale per la gestione della propria immagine professionale ed andrebbe utilizzato solamente per una cerchia di conoscenze private (con tutte le accortezze del caso e che comunque andrebbero prese – indipendentemente dall’essere medici e professionisti in genere). Se proprio non è possibile fare a meno di essere presenti professionalmente FB, ad esempio perchè è necessario gestire una pagina relativa ad attività, iniziative o prodotti collaterali, potrebbe essere utile aprire un profilo separato da quello privato.

Linkedin è un ottimo strumento per professionisti di molti settori. Vi consente di avere un profilo pulito ed ordinato, con privacy facilmente scalabile, eventualmente aperto ai soli colleghi e con un network di collegamenti facilmente configurabile. Non sperate, però, di trovarvi moltissimi (o quasi tutti) i colleghi, comunque. L’impostazione altamente job-seeker/head hunter di Linkedin mal si adatta, sotto molti punti di vista, alla professione medica.

Google rappresenta il metodo più semplice per crearsi un profilo pubblico e facilmente ricercabile: un indirizzo di posta elettronica con annesso profilo (adesso integrato in Google Plus) rappresenta una rapida alternativa per farsi trovare. I profili google (sebbene non sia garantito, ovviamente, che il vostro nome compaia nei tra i primi risultati della ricerca Google) necessitano comunque delle stesse accortezze accennate per Facebook.

Blog

I blog personali, creati con toolkit come WordPress/Joomla o, ancor più semplicemente, attraverso servizi rapidi come Tumblr  rappresentano un ottimo modo per creare e gestire una grande quantità di contenuti (originali, poco originali, riciclati) e di opinioni personali aggiungendo, in uno spazio riservato, un profilo personale customizzato a dovere. È chiaro, però, che questo tipo di strumenti necessita di un minimo di expertise in più rispetto ai classici media e di una maggior cura e manutenzione per poter essere considerati attivi (in sostanza: aggiornamenti frequenti).

Altro

I siti web personali, con effetti speciali, immagini, musica di sottofondo ecc. solitamente lasciano il tempo che trovano, a meno che, come al solito, non vi siano strettamente indispensabili per la vostra attività professionale o imprese collaterali. Solitamente hanno caratteristiche “statiche” e richiedono costi di creazione e mantenimento, specie se confrontati con l’investimento tendente allo zero dei blog.

Twitter ha avuto negli ultimi anni, specie in Italia, una notevole impennata di utenti. Il più famoso sito di micro-blogging conta 300 milioni di iscritti ed altrettanti tweets giornaliri ed ha il vantaggio di una notevele semplicità d’uso; i 140 caratteri a disposizione sembrano essere un freno (complice forse anche la nostra abilità nel compilare SMS). Tuttavia la brevità dei messaggi e dei pensieri comporta un cinguettio assordante nel quale non solo è facilissimo perdersi, ma del quale è difficilissimo emergere; la curva di accrescimento dei propri followers è molto lenta, specie nelle prime fasi, e i nostri messaggi si perdono nel vento generato dagli altri tweets. Twitter rappresenta comunque un ottimo “collante”, vista anche la facilità con i quali si possono creare i post in modo programmato anche su media diversi in contemporanea: i tweets possono essere pubblicati sia sui profili (es. sia Linkedin che Facebook hanno delle app dedicate) che sui blog (WordPress e Joomla hanno estensioni dedicate). L’uso di hashtags (es: #linkedin) permette di pubblicare solamente su alcune piattaforme; più complesso, allo stato attuale delle cose, l’aggiornamente del blog Tumblr da Twitter, mentre risulta molto semplice il contrario.