Cefalea a grappolo

Che cosa è?

La cefalea a grappolo è una variante caratterizzata da violenti attacchi dolorosi, localizzati in corrispondenza dell’orbita (occhio), di durata variabile ma solitamente breve (dai 15 ai 180 minuti). L’occhio interessato è uno solo: il dolore si dice quindi monolaterale.

Gli attacchi dolorosi si manifestano in periodi ricorrenti, detti appunto “grappoli“, solitamente da 1 ogni due anni fino a due all’anno. Il grappolo è anche detto “cluster” dagli autori anglosassoni (cluster headache). Ogni grappolo ha una durata variabile da poche settimane ad alcuni mesi (cefalea a grappolo episodica).

Si parla di cefalea a grappolo cronica se gli attacchi si presentano per oltre un anno con periodi di benessere inferiori ai 30 giorni consecutivi. Nei periodi di benessere, indipendentemente dalla loro durata, il dolore scompare completamente.

La cefalea a grappolo episodica è la forma più frequente (circa 80% dei casi), e i soggetti colpiti vanno incontro a numerosi (anche 8-10) episodi dolorosi al giorno.

Cefalea a grappolo
Cefalea a grappolo

Cefalea a grappolo: cause

E’ una cefalea detta di tipo “primario”, ovvero non è scatenata da malattie o condizioni particolari: c’è e basta. Le cause reali rimangono ad oggi sconosciute, ed è possibile che alla base vi sia una qualche disfunzione ipotalamica. E’ possibile che vi sia un coinvolgimento dell’orologio biologico, identificabile proprio nell’ipotalamo, anche in considerazione della precisa cadenza giornaliera, mensile ad annuale. Sembra che anche il profilo ormonale giochi un ruolo importante, dato che nei pazienti affetti da questo problema si nota un aumento dei livelli di cortisolo e una diminuzione di quelli di melatonina. Anche i neurotrasmettitori potrebbero essere implicati, in particolare per quanto riguarda la serotonina.

Non sono stati identificati fattori scatenanti particolari (es stess o alimenti) anche se il consumo di alcool accentua le crisi dolorose (anche la nitroglicerina, usata per malattie del cuore, ha lo stesso effetto).

E’ prevalente nei maschi (0.5% della popolazione), anche se negli ultimi anni la frequenza nelle donne (0.1%) sembra essere aumentata.

Fattori di rischio

La maggior parte dei fattori di rischio, purtroppo, non è modificabile. Tra questi abbiamo

  • l’età: solitamente compare prima dei 30 anni
  • il sesso: come abbiamo visto gli uomini sono più colpiti
  • l’ereditarietà: se ci sono familiari affetti il rischio di avere lo stesso disturbo è più alto
  • il fumo e l’alcool possono precipitare gli attacchi
  • altri fattori, come: viaggi ad alta quota (aereo), attività fisica, odori, caldo, luce intensa ecc. hanno un ruolo meno chiaro, anche se alcuni riportano una certa sensibilità a questi fattori.

Cefalea a grappolo: sintomi e caratteristiche del dolore

Il dolore è solitamente acuto, straziante e invalidante, e mette a dura prova la capacità di sopportazione del Paziente. La distribuzione, come già detto, è prevalente a livello dell’orbita, della regione temporale e paraorbitaria. Si associano spesso sintomi accessori, sempre dal lato interessato dal dolore, tra i quali:

  • congestione del naso, perdita di muco liquido
  • congiuntiva arrossata, lacrimazione
  • sudorazione
  • arrossamento del volto (talora pallore)
  • sensazione di orecchio ovattato
  • edema della palpebra
  • miosi (pupilla ristretta) e ptosi (palpebra abbassata).

Arriva solitamente sempre alla stessa ora, e specie nel pomeriggio o alla sera. Il dolore porta ad intensa agitazione e irrequietezza, con confusione, incapacità di concentrazione, ansia e depressione (calo dell’umore). Non è infrequente, purtroppo, la comparsa di pensieri suicidari legati all’intensità e all’ineluttabilità del dolore.

Cefalea a grappolo: distribuzione del dolore
Cefalea a grappolo: distribuzione del dolore

Diagnosi della cefalea a grappolo

La diagnosi è sostanzialmente clinica: il racconto del paziente e le caratteristiche del dolore sono di solito sufficiente ad inquadrare il problema. E’ importante comunque distinguere il dolore da quello derivante da una nevralgia trigeminale o da nevralgia del nervo di Arnold, sebbene in questo caso vi sia la chiara presenza di punti trigger (scatenanti il dolore) e la comparsa del dolore è assai meno precisa e regolare.

Profilassi

E’ fortunatamente possibile impostare una terapia profilattica (ovvero preventiva) per ridurre e limitare il numero degli attacchi. Un farmaco spesso utilizzato è il verapamil (Isoptin), un calcio antagonista che nasce come antiipertensivo-vasodilatatore. Data la sua azione sul sistema cardiovascolare, prima di iniziare una terapia è meglio escludere la presenza di malattie cardiache o effettuare una valutazione cardiologica con ECG.

Il dosaggio è di solito di 360mg/die (in compresse da 80 o 120mg). E’ importante arrivare al dosaggio pieno molto gradualmente e fermarsi alla dose minima efficace.

Un altro farmaco utilizzato nella profilassi è il Litio (Carbolithium), usato solitamente nel disturbo bipolare. Si tratta comunque di un farmaco meno maneggevole e più prono a effetti collaterali. Indispensabile, inoltre, il monitoraggio dei parametri ematici.

Cefalea grappolo: terapia

La terapia dell’attacco acuto si basa sostanzialmente su due elementi:

  • ossigenoterapia: alla comparsa del dolore, il paziente inala ossigeno puro (8-10 litri al minuto). I benefeci si avranno già dopo 10 minuti o prima. Lo svantaggio principale è l’impossibilità, durante la giornata, di avere sempre la bombola a disposizione, oppure di non poterla usare (es. luoghi di lavoro, auto ecc).
  • triptani: particolarmente efficace l’iniezione sottocutanea di sumatriptan (Imigran) o lo stesso principio attivo assunto tramite spray nasale. In questo modo viene raggiunto prima e in modo più efficace il picco ematico del farmaco. Opportuno, anche in questo caso, una valutazione cardiologica preventiva. Anche lo zolmitriptan (Zomig) è disponibile in spray nasale.

Altre terapie

Purtroppo terapie come yoga e agopuntura si sono dimostrate poco efficaci. In alcuni casi l’integrazione con melatonina, che come abbiamo visto è carente nei pazienti affetti da cefalea a grappolo, può dare un minimo e dubbio beneficio.

Il blocco (o la stimolazione) del nervo occipitale può invece essere utile in molti casi: si procede all’iniezione di un anestetico (lidocaina) a livello della regione nucale dal lato affetto. In questo modo si interrompe la conduzione nervosa a livello del nervo grande occipitale e le sue connessioni con il nucleo del trigemino.

Consigli

E’ indispensabile rivolgersi ad un medico neurologo per un adeguato trattamento e inquadramento diagnostico.

Se si ha la comparsa di depressione o ansia, è importante impostare un adeguato supporto psicologico e farmacologico, onde fugare pensieri suicidari ed evitare la compromissione delle attività lavorative e delle relazioni familiari.

Esistono, a questo scopo, anche gruppo di aiuto dove è possibile condividere le proprie esperienze.

E’ importante mantenere un ritmo sonno veglia regolare, evitando variazioni brusche in termini di orari e durata. Evitare gli alcoolici, il fumo di sigaretta e i voli in aereo. Anche i nitrati possono favorire l’insorgenza degli attacchi (a questo proposito si veda l’articolo su dieta ed emicrania).

Appuntamenti per Cefalea a grappolo: Pisa e provincia

Per fissare un appuntamento con il Dott. Davide Borghetti o con gli specialisti del Progetto Voxelmind a Pisa chiamare lo 050 7917387

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