I Potenziali Evocati (PE)

Cosa sono i Potenziali Evocati?

I potenziali evocati sono un’indagine strumentale di tipo elettrofisiologico che misura il tempo necessario al nostro sistema nervoso per ricevere, elaborare e trasmettere stimoli nervosi e sensoriali di varia natura (visiva, uditiva, tattile).

Per la loro esecuzione sono pertanto necessari due elementi: uno stimolatore, per evocare lo stimolo sensoriale in periferia, e degli elettrodi, per registrare l’arrivo di questo stimolo a livello del sistema nervoso centrale – corteccia e/o midollo spinale.

La stimolazione

Lo stimolatore sarà diverso in base a ciò che vogliamo evocare: dei lampi di luce o delle immagini su di uno schermo nel caso della vista, dei suoni nel caso dell’udito, delle piccole scosse elettriche per il tatto e i nervi.

Una volta evocato, lo stimolo percorrerà dapprima i nervi (nervo ottico, il nervo acustico, o i nervi del braccio, come il n. mediano) poi le strutture del sistema nervoso centrale – midollo spinale e tronco encefalo – fino a raggiungere la corteccia cerebrale, dove verrà registrato dagli elettrodi.

Se, durante questo percorso, lo stimolo incontra un ostacolo – come una lesione, una cicatrice o un danno di qualsiasi altra natura – questi ne risultarà rallentato, se non addirittura soppresso. Gli elettrodi in corteccia registreranno quindi uno stimolo che arriva in ritardo, proprio come un treno che ha avuto un problema lungo la linea ferroviaria, oppure indebolito (si dice di ampiezza ridotta).

Potenziali Visivi – PEV

Nei potenziali evocati visivi lo stimolo, come intubilie e già accenato, è di tipo visivo: una serie di lampi o flash luminosi o delle immagini simili a una scacchiera su di uno schermo. Dopo aver stimolato la retina, questa invia impulsi lungo il nervo ottico sino alla corteccia occipitale. Nel caso di lesioni di queste strutture, come nel caso di una neurite ottica (ovvero una infiammazione del nervo ottico) l’impulso raggiunge la corteccia occipitale in ritardo. Tra le condizioni che possono compromettere i PEV abbiamo:

  • malattie demielinizzanti
  • alterazioni del campo visivo
  • demenze
  • cecità corticale
  • lesioni del nervo ottico di tipo vascolare
Potenziali evocati visivi (PEV o VEP)
Potenziali evocati visivi (PEV o VEP)

I Potenziali Evocati somatosensoriali – PESS

Lo stimolo è di tipo elettrico, e avviene mediante impulsi applicati sul nervo mediano/ulnare per il braccio o n. tibiale per la gamba. Da qui l’impulso raggiunge il midollo spinale per poi salire sino alla corteccia frontale posteriore del lato opposto a quello stimolato. Nel caso di lesioni dei tronchi nervosi, delle radici spinali (ernie discali), del midollo (sclerosi multipla, traumi) o della corteccia l’impulso arriverà rallentato o ridotto in ampiezza. Tra le condizioni investigate dai PESS abbiamo:

  • polineuropatie, lesioni del plesso, radicolopatie
  • discopatia e spondilosi cervicale o lombosacrale
  • lesioni del midollo di varia natura
  • malattie infiammatorie o demielinizzanti
  • lesioni vascolari

Potenziali Evocati Uditivi (PEA o BAPS, Brainstem Auditory Evoked Potentials).

Lo stimolo è costituito da brevi suoni somministrati attraverso una cuffia. L’impulso nervoso viene dapprima condotto lungo il nervo statoacustico (VIII) e raggiunge poi il tronco encefalico. Spesso il ritardo è dovuto ad una lesione dell’VIII nervo, come nel caso di un neurinoma che comprime le sottili fibre nervose. I PEA consentono inoltre di distinguere le riduzioni dell’udito di tipo periferico, ovvero legate ad un problema dell’orecchio, rispetto a quelle centrali, derivanti da lesioni del tronco encefalo di varia natura (demielinizzanti, vascolari, degenerative ecc.).