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Apnee notturne. Che cosa sono?
L’apnea notturna (o apnee notturne) è uno dei più comuni disturbi del sonno. Si tratta di una malattia cronica caratterizzata da una o più interruzioni della respirazione durante il sonno.
Questa interruzione risulta solitamente in un risveglio di breve durata (un paio di secondi) che usualmente non viene ricordato al mattino. Più sono numerose le interruzioni della rispirazione, più il sonno risulterà frammentato e destrutturato. Il soggetto lamenterà quindi una eccessiva sonnolenza diurna, oltre che gravi rischi alla guida (colpi di sonno) per gli automobilisti – e in particolare per che guida per lavoro come autotrasportatori e autisti.
In questo caso si parla di “sindrome delle apnee notturne”, più tecnicamente definita come OSAS (Obstructive Sleep Apnea Syndrome)
Quali sono le cause?
Solitamente non vi è una sola e unica causa, ma si tratta piuttosto di fattori che, concorrendo tra loro, portano a una riduzione o restringimento delle vie aree superiori. Tra questi vale la pena ricordare l’aumento di peso, specie se significativo (obesità), l’abuso di alcoolici, farmaci come i miorilassanti o gli ansiolitici, il fumo. Altri fattori sono di tipo “costituzionale”, ovvero sono dovuti a una particolare conformazione della laringe, del rinofaringe, della mandibola o della lingua. In questo caso vi è una predisposizione particolare solitamente precipitata da altri fattori.
Che sintomi comportano le apnee notturne?
Durante la notte è facile sentire il soggetto russare, con interruzioni e pause nella respirazione (apnea, anche per decine di secondi). Questi segni vengono di solito riportati dal compagno/compagna di letto. Il soggetto può percepire una sensazione di soffocamento, oppure ancora avverte la necessità di urinare (segno che il sonno si è alleggerito). Durante la giornata vi saranno una marcata sonnolenza, una riduzione della capacità di concentrarsi, una riduzione della manualità, una generale spossatezza, mal di testa e così via.
Come si fa la diagnosi di apena notturna?
La prima cosa da fare è rivolgersi a uno specialista del sonno, che potrà essere un neurologo, un pneumologo o un otorino. Di solito queste tre figure collaborano tra loro ai fini di garantire un corretto inquadramento clinico e una conseguente terapia efficace.
Il russamento e le apnee vengono solitamente trascurati e considerati solo un semplice fastidio (per il partner di letto). Occorre invece inquadrare il problema e trattarlo il prima possibile, in modo da ridurre il rischio di accidenti cardiovascolari, ictus cerebrali, incidenti stradali.
Una volta effettuata la visita specialistica, il medico valuterà la necessità di effettuare un monitoraggio del sonno (tramite un apparecchio da indossare a casa o in clinica) per valutare l’effettiva esistenza di apnee, il loro numero e la loro durata.
Come si trattano le apnee?
Il trattamento varia in base alle concause. In alcuni casi è sufficiente perdere peso, evitare alcuni alimenti e farmaci, o dormire sul fianco.
In situazioni più gravi è necessario utilizzare apparecchi (CPAP o BPAP) che tramite una mascherina “soffiano” aria nelle vie respiratorie, in modo da mantenerle pervie. Le macchine sono estremamente efficaci ma è necessario un periodo di adattamento: nonostante ciò non tutti riescono a tollerarle.
In alcuni casi selezionati (particolare conformazione di lingua, mandibola, palato molle ecc.) si può ricorrere alla chirurgia.