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La cefalea può essere definita come un dolore che coinvolge una qualunque regione della testa o del collo.

Il dolore è determinato da una alterazione delle strutture sensitive della testa, quali il periostio, i muscoli, i nervi, i vasi sanguigni, i seni, le membrane mucose, gli occhi e le strutture dell’orecchio.

Esistono oltre duecento tipi diversi di cefalea, e per un corretto inquadramento diagnostico è indispensabile una minuziosa raccolta della storia del paziente, che dovrà includere il numero di attacchi, la sede, la frequenza, la durata, il tipo di dolore, la responsività ai farmaci e così via.

Le forme più comuni sono le cosiddette “cefalee primitive”, come la muscolo-tensiva e l’emicrania. Quest’ultima è caratterizzata da un forte dolore pulsante che coinvolge una metà della testa, invalidante, che dura da poche ore ad alcuni giorni, associato a nausea e a foto-fonofobia (intolleranza ai rumori e alla luce).

Esistono poi le forme “secondarie”, determinate da problematiche di varia natura a carico della testa e del collo; tra queste una delle forme più diffuse è rappresentata dalla cefalea cervicogenica, ossia determinata da un dolore della muscolatura cervicale.

Quando la cefalea non rientra chiaramente in una forma primaria oppure si associano altri segni o sintomi aticipi, è necessario effettuare ulteriori accertamenti. Tra questi, la tomografia computerizzata – TC (o, a giudizio dello specialista, la risonanza magnetica – RM) rappresenta uno dei primi passi.

Circa il 90% delle persone va incontro, nel corso di un anno, ad almeno un episodio di mal di testa; si stima che l’emicrania colpisca una percentuale della popolazione che può raggiungere il 18%.

La terapia della cefalea si avvale di un largo uso (e abuso) di farmaci anti-infiammatori non steroidei (FANS) a dosaggi variabili, sebbene ad oggi siano disponibili farmaci specifici per il trattamento delle forme emicraniche (triptani). In particolari condizioni e casi selezionati è possibile utilizzare una terapia profilattica per ridurre il numero e l’intensità di attacchi cefalalgici.

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