Caffè e mal di testa. Il ruolo della caffeina.

Caffeina ed emicrania. Quale ruolo nella dieta per prevenire la cefalea?

La caffeina rappresenta indubbiamente il più diffuso ed utilizzato stimolante al mondo. E’ presente in numerosi alimenti, più o meno complessi, come il thè, il caffè, il cioccolato, nelle bevande analcoliche, in alcuni integratori e analgesici.

La caffeina è in grado di interrompere gli attacchi emicranici quando utilizzata in combinazione con acidoacetilsalicilico (Aspirina) o paracetamolo (come nel Tachicaf).

Caffè: vasodilatatore o vasocostrittore?

La caffeina si comporta da vasodilatatore nella quasi totalità dei distretti vascolari periferici. Essa è particolarmente evidente a livello delle arterie coronarie, anche per effetto di un aumento della contrattilità, delle richieste di ossigeno e dunque dell’afflusso sanguigno. A livello del circolo cerebrale, invece, la caffeina fa da vasocostrittore, ma il suo effetto non è comunque legato alla stimolazione dei centri vasocostrittori bulbari (il circolo cerebrale è autoregolato e slegato dai meccanismi di controllo neurogeni).

Caffeina mal di testa: trigger o terapia?

E’ utile preparasi un bel caffè amaro per il mal di testa? Un utilizzo moderato di caffeina (fino a 400mg al giorno, massimo 200mg a somministrazione) ha un effetto benefico sull’attenzione e sull’umore. A dosaggi troppo elevati, però, la caffeina può dare effetti collaterali come ansia, palpitazioni e insonnia. Gli effetti sono ancor più marcati in soggetti con polimorfismi del recettore A2a dell’adenosina.

La letteratura medica riporta risultati contrastanti nell’impiego di questa sostanza e i suoi effetti sull’insorgenza o sulla terapia dell’emicrania.

Ci sono prove convincenti che l’astinenza da caffè e caffeina in soggeti emicranici può favorire l’insorgenza di attacchi (il cosiddetto “mal di testa da privazione” – tipico del weekend). I sintomi da deprivazione acuta subentrano di solito entro 12-24 ore e possono persistere sino ad una settimana. Dopo questa astinenza sono necessari almeno tre giorni di assunzione continua per tornare allo stato iniziale.

Caffè e mal di testa. Trigger o terapia?
Caffè e mal di testa. Trigger o terapia?

Altri studi hanno invece dimostrato un incremento degli episodi cefalalgici in consumatori abituali di caffè – caffeina, con riduzione degli attacchi alla diminuzione del dosaggio.

Caffe e mal di testa: bere o non bere?

Le raccomandazioni e le linee guida odierne suggeriscono che un consumo moderato di caffeina non dovrebbe avere particolari effetti. E’ molto importante, tuttavia, che l’assunzione rimanga costante, ovvero evitare di variare il numero di caffè-the o la quantità di altri alimenti da un giorno all’altro, inclusi i fine settimana. Può essere utile evitare di far passare più di 24h da una assunzione di caffeina all’atra.

Qualora non fosse possibile assicurare un consumo costante, è molto più utile passare definitivamente ad alimenti senza caffeina (es. caffè decaffeinato) per evitare la sindrome da deprivazione e la conseguente emicrania.

Caffe e limone…Funziona?

Uno dei “rimedi della nonna” prevede l’uso combinato di caffè e limone contro il mal di testa, per ottenere una bevanda non proprio gradevole.
Ma…ha davvero una sua utilità?
In effetti sì, dato che l’acido citrico contenuto nel limone favorisce l’assorbimento intestinale della caffeina, potenziandone gli effetti. In ogni caso è sconsigliabile fare accostamenti strani se al mal di testa si associa nausea…il rischio è quello di far precipitare la situazione!

Il dott. Davide Borghetti, neurologo a Livorno, Pisa e Massa Carrara, riceve solo su appuntamento chiamando lo 0507917387

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