Mi dimentico le cose: devo preoccuparmi?

Dimenticarsi le cose non è sempre un segno di malattia

“Mi dimentico le cose!” è una delle affermazioni che più spesso il medico di famiglia si sente ripetere. Capita a tutti, ogni tanto, di dimenticarsi qualcosa. Questo è particolarmente vero in un periodo di stress e sovraccarico dove le informazioni, più che essere dimenticate, non sono mai state memorizzate o vengono rimpiazzate rapidamente.

La perdita di memoria, tuttavia, rappresenta una delle più comuni paure – e questo a tutte le età. Il timore è quello di andare incontro ad un progressivo deterioramento che si porterà via, oltre alla memoria, tutte le altre funzioni cognitive: nell’immaginario collettivo la perdita dell’integrità e delle funzioni mentali rappresentano uno degli scenari più temibili.

Se nella maggior parte dei casi questi piccoli disturbi rappresentano semplici fluttuazioni nelle nostre performance, esistono delle condizioni in cui le dimenticanze sono effettivamente una manifestazione di un disturbo più profondo. Esse, diventano via via sempre più rilevanti, assumono le caratteristiche di un problema invalidante.

Le domande alle quali si cerca più frequentemente risposta, dunque, sono due:

  • Mi dimentico le cose: sto davvero perdendo la memoria, o si tratta di una mia impressione?
  • Se sto perdendo la memoria, quali sono le cause?

Facciamo prima alcune considerazioni

Perchè si perde la memoria?

Occorre tener presente che il nostro cervello, in certe situazioni, ha bisogno di dimenticare. Questo perché le nuove esperienze, nel momento in cui succede qualcosa di inaspettato o diverso nel corso della nostra vita, devono prendere il posto delle vecchie. Se siamo abituati a vedere sempre le stesse persone sul lavoro, ad esempio, non avremo difficoltà a ricordare i loro nome. Ma in caso di trasferimento in altra città, o di cambio di lavoro, dovremo sostituire le identità di quelli che erano i nostri “colleghi” con nuove identità. Potremmo dunque far fatica, a quel punto, a ricordare sull’immediato il nome dei colleghi del precedente lavoro.

Occorre far distinzione, a questo punto, tra memoria a breve termine e memoria a lungo termine.

La memoria a lungo termine è quella che raccoglie le esperienze più significative della nostra vita. E’ una sorta di archivio dove possiamo trovare di tutto, dalla giornata passata al mare di quando eravamo bambini al giorno in cui abbiamo conosciuto una persona per noi significativa.

La memoria a breve termine è invece una sorta di magazzino temporaneo, che ci pemette di manenere le informazioni per un periodo di tempo molto ridotto, e che ci permette quindi di svolgere le nostre attività in modo adeguato (lavorare, fare le faccende, mantenere la continuità di una azione). Una forma particolare di memoria a breve termine è la memoria di lavoro: questa può essere immaginata come un tavolino da lavoro sul quale appoggiamo, per qualche istante, gli elementi che stiamo elaborando. Essa ci permette di effettuare alcune operazioni su questi elementi, come ad esempio ripetere una parola al contrario.

La memoria a breve termine riesce a memorizzare un numero di elementi (il cosiddetto span) pari in media a 7. Se vogliamo che queste informazioni (ad esempio un numero di telefono) vengano conservate a lungo, occorre farle passare nella memoria a lungo termine. Altrimenti, dopo poco, verranno per sempre perdute.

Sto perdendo la memoria?

Con queste premesse, si arriva quindi alla conclusione che perdere la memoria, ovvero dimenticarsi di alcune cose, è un processo fisiologico e anche in parte desiderabile. Perdere gli elementi presenti nella memoria a breve termine ci permette di liberare spazio per memorizzare qualcosa di nuovo e, di conseguenza, di apprendere nuovi elementi.

E questo avviene ancor più facilmente per chi è sempre impegnato in nuove esperienze, essendo tempestato continuamente di nuove informazioni da manipolare. Nella maggior parte dei casi quindi, e soprattutto se siete costantemente sotto stress lavorativo o di altra natura, perdere la memoria è un processo parafisiologico.
Occorre però fare una distinzione: se da una parte è normale dimenticarsi il numero di telefono di un amico o di un collega, diversa cosa sarebbe dimenticarsi di avere un telefono o addirittura di avere un collega.

Se sto perdendo la memoria, quali sono le cause?

Come abbiamo visto, dimenticare alcune informazioni può essere normale in caso di

  • Sovraccarico lavorativo
  • Stress familiare/personale/lavorativo
  • Utilizzo di alcune sostanze (alcool, droghe)
  • Utilizzo di alcuni farmaci (es. sedativi)
  • Depressione
  • Fluttuazioni ormonali (tiroide, menopausa ecc.)

Occorre però fare attenzione ad una serie di piccoli dettagli, che possono indicarci che forse, tutto sommato, qualcosa non va. A quel punto è opportuno non sottovalutare la situazione e procedere con delle indagini.

Ad esempio se ci dimentichiamo di alcune parole o, peggio ancora, le confondiamo con altre. Oppure ancora se non riconosciamo luoghi estremamente noti (ad esempio casa) o persone care (un figlio, un genitore). Un altro segnale potrebbe essere legato al fatto di non essere più in grado di prendere decisioni che prima non rappresentavano un problema, come ad esempio piccole scelte sul lavoro o a casa.

Vediamo alcuni di questi segnali:

  • Non riconoscere luoghi solitamente familiari
  • Non riconoscere persone care
  • Avere grossi sbalzi di umore, o comportamenti inusuali per la propria persona
  • Non ricordare nuove parole
  • Non essere in grado di realizzare semplici compiti (vestirsi, cucinare) che prima ci risultavano familiari
  • Non essere in grado di muoversi con confidenza in posti prima noti
  • Notare una progressione del disturbo della memoria (dimenticare sempre più cose, sempre più sepsso)

In tutti questi i casi il consiglio è quello di rivolgersi al proprio medico curante per i dovuti chiarimenti. Se necessario, il medico prescriverà una serie di accertamenti, come ad esempio una visita neurologica o l’esecuzione di test neuropsicologici. Questo servirà ad escludere eventuali cause reversibili del disturbo di memoria, oggettivando e caratterizzando al meglio il deficit.