Medicina e social media: partecipazione

Ancora oggi, solo una piccola percentuale di medici utilizza i social media come forma di comunicazione o di gestione della e-reputation; di questi, una frazione ancor più contenuta partecipa attivamente. Solo 1 su 100, infatti, crea contenuto originale, circa 1 su 10 interagisce o ripropone contenuti preesistenti mentre quasi il 90% dei medici che fanno parte della comunità social si limitano a fare da spettatori passivi.

Quando si tratta di incrementare o mantenere la propria e-reputation, occorre cercare di far parte di quell’1%  investendo un po’ del proprio tempo e della propria iniziativa nella creazione di contenuti originali da far girare sui circuiti social che diventano, in questo caso, dei veri e propri strumenti di lavoro (il proprio blog, ad esempio, ma anche servizi di microblogging come Twitter, oppure ancora Tumblr o servizi di social bookmarking come Delicio.us o Digg).

È comunque consigliabile partecipare attivamente alle discussioni o ai contenuti dagli altri utenti, evitando di fare lo speaker solitario, scegliendo con cura tra l’enorme quantità di informazioni riversata ogni giorno sulla rete e riproponendo, in qualche modo, solamente i contenuti migliori.

Non è necessario, comunque, essere presenti su ogni sito e con ogni mezzo per crearsi o gestire una e-reputation: se i nostri contenuti vengono recepiti positivamente, saranno gli altri utenti a diffonderli su media diversi riportando -si spera- la fonte. Ed è così che di sito in sito, di media in media, i nostri contenuti acquisteranno tanto più valore quanto più si allontaneranno da punto di origine, richiamando l’attenzione di una porzione sempre più ampia di pubblico che, normalmente, non fa parte del nostro target quotidiano.