L’ambiente influenza l’intelligenza?

Il substrato genetico

Un recente studio, condotto su una coppia di gemelle monozigoti, ha fornito nuovi spunti per comprendere l’influenza dei fattori genetici, economici, sociali e culturali sullo sviluppo dell’intelligenza.

Le due gemelle sono nate nel 1974 a Seul, Corea del Sud: all’età di due anni, una delle gemelle si è smarrita mentre si trovava al al mercato assieme alla nonna. E’ stata quindi trasportata da alcuni estranei in ospedale (a circa 150km da casa), dove le fu diagnositcato il morbillo. Non riuscendo a trovare i genitori, nelle settimane successive la bambina è stata inserita in un programma di affidamento familiare e, infine, adottata da una famiglia americana.

Due famiglie molto diverse

La famiglia della Corea del Sud si è dimostrata molto unita, supportando ed incoraggiando continuamente le iniziative della figlia. La famiglia degli Stati Uniti, invece, ha avuto un atteggiamento molto più rigido e severo, e al suo interno sono nati e si sono manifestati molti più elementi conflittuali.

Le due gemelle, con patrimonio genetico identico, sono dunque cresciute in ambienti molto lontani e diversi tra loro.

Un lieto fine: le due gemelle tornano assieme

Nel 2018, grazie ad una analisi ed elaborazione del DNA su larga scala, iniziativa promossa dalla Corea del Sud, le due gemelle si sono finalmente ritrovate.

I ricercatori si sono quindi concentrati sulle loro capacità intellettive, sulla capacità di ragionamento non verbale, sull’autostima, sulla salute fisica ed emotiva, sulla loro gratificazione sul lavoro.

La gemella cresciuta in Corea del Sud ha ottenuto migliori risultati nelle prove di intelligenza, con una differenza di circa 16 punti, ed una miglior performance nel problem solving. Entrambe hanno mostrato lo stesso profilo di personalità ed elevati livelli di soddisfazione lavorativa.

Conclusioni

A parità di genetica, dunque, il fatto di crescere in una famiglia in cui prevalgono l’armonia, l’equilibio e il supporto incondizionato sembrerebbe contribuire ad un miglior profilo intellettivo. Detta così, forse, non sembra un risultato poi così strano.

Occorre tuttavia considerare alcuni limiti dello studio, ovvero

  • le dimensioni ridotte del campione, ossia una coppia di gemelle: in questi casi dobbiamo necessariamente affidarci all’aneddotica, dato che sarebbe impensabile separare gemelli in giovane età solo per valutare gli effetti dell’ambiente o di altre variabili.
  • occorre considerare gli effetti dell’allontanamento dalla famiglia e la permanenza in strutture che, alla bambina, saranno sicuramente sembrate estranee se non addirittura ostili
  • sempre durante questa permanenza, non è possibile escludere l’eventualità di una ridotta qualità di vita: anche senza pensare ad abusi o violenze, è possibile che il suo apporto nutritivo sia stato inadeguato alle richieste
  • come ho detto all’inizio del video, la bambina è stata affetta da morbillo, e non è possibile escludere esiti – anche a lungo termine – da parte del virus

Per quanto si tratti di uno studio interessante, occorre quindi limitare i sensazionalismi: sarebbe estremamente riduttivo attribuire queste differenze ai soli fattori culturali o al sistema scolastico, e ancor più errato sarebbe utilizzare questi risultati per trarre delle generalizzazioni o, ancor peggio, dei giudizi su di un determinato assetto socio-culturale.